Lasciamo alle nostre spalle la modernità della metropoli per arrivare in un ambiente rigoglioso, naturale e ricco di vita: la giungla.
La pioggia è appena finita e il verde cresce rigoglioso. La luce penetra nella vegetazione fitta e illumina intrecci di radici e liane, gocce di rugiada sulle piante fiorite e piccoli insetti colorati. Il silenzio non esiste. La giungla è un concerto primordiale di suoni: il verso di un uccello, il fruscio del vento che muove le foglie, lo schioccare di liane, il passo di un felino, lo scroscio delle cascate. L’aria è umida e densa. Siamo avvolti da una sorta di nebbia tiepida.
Con gli scarponcini in una pozza d’acqua, il cappello in testa e lo zaino in spalla, incontriamo una moderna esploratrice naturalistica, intenta ad esaminare con il suo microscopio portatile la corteccia rugosa di una pianta altissima.
“Cosa ti ha spinto a dedicare la tua vita allo studio di questo mondo?”
“Amo la natura fin da quando sono bambina. Sono sempre stata curiosa di scoprire la vita nascosta, tutto ciò che, anche se non si vede ad occhio nudo, esiste e sorregge un intero sistema”.
“Un sistema complesso e affascinante…”
“Già. La giungla è un ecosistema interconnesso dove ogni elemento dipende dagli altri. Guardate questo albero: le sue radici si intrecciano e si sostengono a vicenda, permettendo all’albero non solo di ergersi alto e forte, ma di continuare a svilupparsi e crescere in diverse direzioni. Come nelle comunità: le connessioni tra le persone, i gesti di sostegno e di cura del proprio ambiente, sono parti di un disegno più grande. Sono essenziali per la stabilità e lo sviluppo di tutto il sistema”.
Mentre lo sguardo dell’esploratrice torna al microscopio, sentiamo una profonda gratitudine per la lezione che lei e la giungla ci hanno consegnato: il valore dell’interconnessione, della cura delle relazioni, con le persone e con i loro territori, vere e proprie risorse che sostengono il tutto.
Un altro tassello fondamentale per il nostro viaggio. Verso il futuro.
23/06/2025